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Orticoltura sociale: anche in Toscana si conferma buona pratica di aggregazione e intergenerazionalità

Negli orti urbani di Livorno e Firenze nuovi progetti e preziose opportunità targate ANCeSCAO.

La cultura degli orti sociali distingue ANCeSCAO da sempre come esempio di buona socialità e rigenerazione non solo urbana, ma anche di corpo e spirito. Sempre più persone, soprattutto giovani, stanno adottando stili di vita in linea con i valori della sostenibilità e dell’ecologia praticando attività di cura e rispetto per ambiente e natura. Tra le tante l’orticoltura si dimostra coerente ed efficace per diffondere tali valori nella comunità, specialmente nei contesti urbani dove si necessita maggiormente di intervenire in un’ottica “green” e di concepire l’orto non più solo ed esclusivamente come mezzo di sussistenza ma anche come percorso e strumento di riqualificazione e coesione sociale.

A Livorno il Centro Sociale Anziani Orti APS guidato dal Presidente Mario Pozzi gestisce l’area ortiva di via di Salviano, alla quale si è aggiunta nel mese di marzo la nuova area di via di Bedarida che verrà interamente dedicata ai giovani. A differenza della prima che vede numerosi ortisti tra anziani e famiglie, la nuova zona ortiva di via di Bedarida ospiterà infatti 52 assegnatari tra i 18 e i 36 anni, selezionati tramite bando pubblico. Un’opportunità per ANCeSCAO di costruire e progettare numerose esperienze di coesione, incontro e aggregazione in collaborazione con amministrazione e altre realtà associative puntando anche su percorsi inclusivi per giovani con disabilità.

Ma come nasce e come ci si prende cura di un orto? È un tema affrontato dall’associazione “Il Tabernacolo” APS di Firenze, promotrice del progetto “La Via dell’Orto” rivolto agli alunni delle scuole primarie e realizzato in collaborazione con gli Orti Sociali Quartiere 5 della città.

Ce lo racconta la Presidente Lara Arbo: La Via dell'Orto è un laboratorio ludico educativo dove l’orto diventa strumento formativo, di conoscenza e scoperta per favorire nelle bambine e nei bambini lo sviluppo dell’osservazione, dell’attesa e dell’ascolto attraverso il gioco e il racconto di un “nonno” come portatore di esperienza sui segreti dell’orto. Il progetto, iniziato nel mese di marzo, proseguirà fino a maggio e si realizzerà attraverso diverse fasi e attività che prevedono: la scelta dei semi tenendo conto della stagionalità (Ogni cosa a suo tempo); i tempi di attesa per scoprirne la trasformazione (Un tempo per crescere); la responsabilità del prendersi cura di qualcosa (Cosa nasce nell’orto?); la scoperta di un’esperienza lontana dalle abitudini della società odierna con la guida e il racconto dei nonni coinvolti (I segreti della terra); la condivisione di uno spazio comune di cui prendersi cura, nel rispetto dello spazio altrui (Spazi e confini); la consapevolezza di scoprirsi capaci nella trasformazione da seme a prodotto (Chiccolino come stai?); la costruzione di uno spaventapasseri come custode in assenza dei piccoli ortisti (Occhioallorto).

Toscana, #ColtiviamoBenessereSociale, 2024